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#1 |
Investigatore del ducato
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come già anticipato ecco descritta la tecnica per coltivare le micorrize
premetto che io avendo la fortuna di lavorare in un laboratorio di microbiologia utilizzo gli strumenti del laboratorio che mi consentono di operare in maniera ottimale, ma con qualche accorgimento, che vi illustrerò, ognuno può tranquillamente operare a casa propria allora la procedura da me eseguita in laboratorio è questa: 1 prelievo di un campione di radice con micorrize e conservazione per evitare inquinamenti estranei, in pratica si prende con una pinzetta un pezzettino di radice visibilmente colonizzato e si mette in un sacchettino di plastica, la radice non deve essere necessariamente enorme di solito bastano 1-2cm di una radice sottile che presenti sulla superficie i classici "batuffoli" bianchi, si può conservare anche a temperatura ambiente ma meglio in frigo e per non molto tempo (max 10 giorni) 2 in laboratorio preparazione del terreno e sterilizzazione di solito si usano terreni che vengono venduti pronti in polvere da risospendere in acqua alle dosi indicate adesso non stò qui a tediarvi con i mille terreni possibili vi dico solo che i terreni contengono la fonte di azoto e di carbonio per la crescita dei microrganismi, più i vari microelementi e vitamine (contnuti di solito nell' estratto di lievito o di malto) e l' agar per rendere il tutto solido 3 inoculo della micorriza, che detto così sembra chissà cosa in realtà si tratta semplicemente di prendere il campione di radice e depositarlo al centro della piastra di coltura 4 incubazione a temperatura ottimale (di solito 25°C ) fino alla crescita del microrganismo quello che dovreste ottenere è circa questo: in questa foto le frecce indicano l'inizio della crescita delle micorrize che partono dalla radice verso il terreno ok ma a casa come si fa??? allora la prima parte del prelievo è assolutamente identica per cui saltiamo alla seconda preparazione del terreno: prima della produzione idustriale di terreni per microbiologia si usava, con risultati ottimi questa ricetta: un litro d'acqua!! 200g di patate 20g di destrosio (o glucosio) che ptrebbe essere difficile da trovare per cui potete tranquillamente sostituirlo con fruttosio o saccarosio (lo zucchero che mettete nel caffè la mattina) 20 grammi di agar che potete sostiuire con la colla di pesce nella stessa quantità o la gelatina che si usa per i dolci fate bollire il tutto per 30-40minuti filtrate con un telo pulito e rifate bollire per altri dieci minuti e versate ancora bollente in barattoli di vetro puliti (insomma fate una marmellata di patate). fate uno strato di circa 1cm sul fondo del barattolo non è necassario riempirlo e chiudete subito. una volta raffreddato prendete il vostro campione e depositatelo sul terreno che avete preparato prima in condizioni più sterili possibili: alcuni consigli al riguardo: prendete un bichiere con dell' alcool (quello denaturato rosso che trovate al supermercato) intingete la punta delle pinzette e datele fuoco, occhio a non bruciarvi quindi prendete pinzette lunghe e di metallo (la plastica si scioglie!!) fate in modo che la fiamma avvolga le pinzette quindi tenetele a testa in giù, quando iniziate a sentire caldo le mettete a testa in su fino a quando la fiamma non si spegne da sola perchè è bruciato tutto l'alcool, a questo punto le pinzette sono sterili. Sterili si ma roventi quindi aspettate circa 5-10secondi poi prendete la vostra radichetta e depositatela nel barattolo cercando di farlo nel più breve tempo possibile senza muovere troppa aria (finestre chiuse e bocca chiusa) e richiudere immediatamente. a questo punto il più è fatto basta mettere in un punto a temperatura mite (diciamo sopra i 20°C) e aspettare che le micorrize si sviluppino. se ve la sentite potete svolgere tutta l'operazione nelle vicinanze di una fiamma vivace in quanto l'aria in un raggio di circa 15-20 cm da essa è sterile, abbiate cura comunque di non muovere l'aria nelle vicinanze non parlare con i contenitori aperti non starnutire etc etc. è buonanorma pulire il piano dove si lavora con l'alcool spero di non avervi annoiato e di essere stato chiaro se avete domande sono sempre qui e se volete ulteriori info ho un PDF molto carino ...solo che è in inglese e abbastanza pesante per cui contattatemi in MP che ve lo mando cià Ultima modifica di SpadoJr; 03-04-2013 a 14:53 |
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#2 |
Mette il filo
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Ciao zio una curiosità,capito il procedimento non molto difficile a parte il tenere il tutto il piu sterile possibile ma poi come si utilizzano in pratica?è questo che non riesco a capire ciao Luigi77
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#3 |
Bibliotecario del ducato
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Quoto Luigi per la domanda, ma la mia faccia durante la lettura era piú o meno questa:
![]() ![]() ![]() Grazie mille zio! ![]() |
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#4 |
Investigatore del ducato
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ho dimenticato il meglio!!!
dai un po di fantasia ...è l'uovo di colombo!! |
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#5 |
Mette il filo
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sarà anche l uovo di colombo ma l unica che mi viene in mente è raccogliere la coltura una volta sviluppata e mescolarla al substrato (stupidata galattica!!!!)
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#6 |
Bibliotecario del ducato
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Metti in acqua e innaffi
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#7 |
Mette il filo
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Provincia: borgosesia (vc)
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ciao spado io e te stiamo giocando alla pentolaccia sperando prima poi di azzeccarci!!!!!!
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#8 |
Frequentatore del laboratorio.
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Provincia: prov. Ragusa, Sicilia
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Bella zio, sicuramente è abbastanza facile come procedimento tutto sommato, il problema vero come diceva luigi è tenere il tutto il più sterile possibile e qui sta il problema per la riuscita o per il fiasco, non contaminare la coltura con agenti patogeni, per la pianta o per il fungo stesso, visto che poi i terreni di coltura come le temperature purtroppo sono uguali sia per patogeni che per i funghi simbionti. Alla fine penso che per usarla si debba mischiare la coltura al terriccio... ma una cosa e qui già siamo al gradino più avanti... metti caso si riesca a fare la coltura, riuscendo a mantere tutto abbastanza sterile( anche i barattoli di coltura vanno sterilizzati ovviamente può bastare una bollitura di questi??) arrivati a sto punto è possibile essiccarli in qualche modo, mantenendo le spore che possano essere conservate per poi seminarle sul terreno successivamente ( un po come il trix per intenderci) o già qui la cosa senza un laboratorio non è fattibile?
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#9 |
Investigatore del ducato
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esatti entrambi
se le hai già pronte al momento del rinvaso prendi tutto con un cucchiaio spezzetti e mischi al substrato se invece il rinvaso l'hai già fatto o non devi rinvasare aggiungi acqua al vasetto agiti per bene spezzetti tutto con un cucchiaio e innaffi oppure semplicemente raccogli tutto e appoggi sul substrato a testa in giù (con la coltura a contatto col terreno) semplice ma efficace! |
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#10 | |
Investigatore del ducato
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#11 |
Frequentatore del laboratorio.
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il problema della conservazione nasceva dal fatto di poterle avere pronte per un rinvaso, perchè mi spiego se rinvaso un pino e prendo la radichetta piena di micorrize quanto tempo mi ci vorrà approssimativamente a far colonizzare tutto il substrato di coltura diciamo di un barattolo di circa 5 cm di diametro?? penso che almeno un mesetto passi, o mi sbaglio?
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#12 |
Investigatore del ducato
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dipende moltissimo dal substrato e dalle condizioni di crescita diciamo da una settimana a un mese,
però puoi prelevare dai fori del vaso e programmare la cosa per essere puntuale |
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#13 |
Mette il filo
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gran bel sistema Zio
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#14 |
Frequentatore del laboratorio.
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grazie mille, sicuramente proverò!! lo spirito del piccolo chimico (in questo caso del piccolo biologo) ce l'ho sempre avuto e allo scentifico le ore di laboratorio erano sempre le mie preferite
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#15 |
Investigatore del ducato
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in bocca al lupo !! se hai domande sono qui!
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