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Vecchio 25-06-2009, 19:23   #1
Andrea Meriggioli
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predefinito Prunus Mahaleb [marasca, ciliegio canino]


Prunus Mahaleb [marasca]
FAMIGLIA: --> Rosaceae

NOTE BOTANICHE:
Il P. mahaleb (ciliegio di santa Lucia) è originario del centro Europa.
E' una pianta molto rustica, diffusa allo stato selvatico in diverse regioni italiane. Generalmente viene coltivato per le diverse varietà del frutto (funge da ottimo portainnesto per ciliegi ecc) e per il legname pregiato dal tipico colore rossastro. Presenta un'estrema adattabilità agli ambienti (sia rigidi che molto caldi) e predilige suoli calcarei.
Le foglie sono decidue, ovato-accuminate (a forma di cuore), alterne, provviste di 2 caratteristiche ghiandole rosse nel punto di inserzione della lamina. La fioritura è bianca candida, a fine inverno (marzo), prima che la pianta produca le foglie. I frutti sono piccole amarene, inizialmente di colore verde, poi di colore nero una volta a maturazione (giungono a maturazione in genere verso la metà di giugno). E' un albero a portamento tendenzialmente a carattere arbustivo, ma che in certi casi può raggiungere anche i 5 metri di altezza.

Alcuni immagini di marasche nel giardino:

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Sezione di tronco di prunus mahaleb:

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ESPOSIZIONE:
Soleggiata durante tutto il corso dell'anno.


ANNAFFIATURA:
Richiede abbondanti annaffiature ogni volta che il substrrato risulta asciutto.



CONCIMAZIONE:
Concimare durante tutta la stagione vegetativa attiva, da marzo sino a novembre.


TRAPIANTO:
In primavera o fine inverno ogni 2-3 anni. Su piante mature, operare subito dopo la fioritura eliminando i fiori.


POTATURA:
Sulle piante già avviate alla costruzione, eseguire le potature in concomitanza con le defogliazioni di fine primavera e estate. Applicare il filo e impostare durante la stasi vegetativa invernale. Proteggere sempre i tagli con mastice in pasta giapponese con ormoni.


PROPAGAZIONE:
Da seme, per innesto e per margotta.


MISCELA SUBSTRATO:
Akadama 50%, 30% kiryu e 20% pomice fine.


Fioritura:

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Frutti:

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Ultima modifica di Gian Piero; 12-06-2012 a 22:41
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Vecchio 07-09-2009, 22:03   #2
Andrea Meriggioli
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predefinito Il prunus mahaleb

Il Prunus Mahaleb o malebbo (cigliegio canino), chiamato dagli abitanti del Carso: "marasca", risulta davvero l'essenza dominante qui nelle grandi distese carsiche tra i dirupi e le pietre affioranti.
Le estreme condizioni di crescita a cui è sottoposto consente di trovare davvero araki unici nel loro genere, sia per qualità delle cortecce (che sembrano quasi roverelle dall'altezza delle placche) che per i secchi stratosferici che solo madre natura nelle più estreme condizioni ambientali riesce a realizzare.

Nell'entroterra carsico popola numerose aree pietrose, resistendo alle condizioni ambientali più sfavorevoli e avverse, ecco alcune foto del suo naturale habitat di crescita:

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E' un'essenza davvero molto rustica, la quale consente solo qui da noi in tutta Italia, vista la sua grandissima diffusione (si propaga naturalmente per seme con estrema facilità) e concentrazione, di produrre un miele monofloreale dal suo nettare di color ambra chiara, il quale prende il nome appunto di "marasca" che risulta essere il fiore all'occhiello dell'apicoltura locale.

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La fioritura, che avviene a primavera, è davvero uno dei più grandi punti di forza di tale essenza (sucessivamente porta a maturazione delle piccole amarena di colore rosso scuro di dimensioni molto minute). Questa è caratterizzata da un profumo molto intenso e da fiori a grappoli singoli di color bianco puro, i quali creano un contrasto incredibile con la vecchia e screpolata corteccia.

Dopo questa iniziale introduzione all'essenza, ho cercato di seguito di fare un rapido sunto su come agire ed intervenire sul prunus mahaleb, in base allo sta*** di sviluppo della pianta (ricordare sempre che sono indicazioni oggettive, in quanto si sa che ogni caso è a sè).

PIANTE RACCOLTE NELL'ANNO IN CORSO:

Esempio di materiale di prunus mahaleb alla raccolta (link al thread sull'evoluzione della pianta: http://master-bonsai.com/forum/showthread.php?t=3687 )





Il prunus mahaleb, durante il primo ed eventualmente secondo anno di vaso dalla raccolta, va coltivato in pura perlite ed eventualmente in pomice fine. Questo per favorire la massima radicazione grazie alle caratteristiche dei due substrati citati (perfettamente sterile, aereata, con basso peso specifico ecc) che consente di non avere alcun rischio di ristagni idrici.
Alla primavera sucessiva, dopo che la pianta con un buon regime di coltivazione ha prodotto un nuovo adeguato mappale radicale unicamente formato da nuove radici fini emesse in prossimità della zona rizogena basale, si procede alla sostituzione del substrato con uno più consono alla coltivazione che sarà composto da 50% akadama, 30% kiryu e 20% pomice fine (senza intervenire in maniera significativa sulle radici ma occupandosi principalmente alla sola sostituzione del substrato).

Esempio dell'operazione sopra detta, dopo il primo anno di vaso, con relativo cambio del substrato:









Generalmente verso la fine di maggio è possibile eseguire la prima selezione delle cacciate nuove (riferito ovviamente alle piante che hanno risposto bene alla raccolta vegetando correttamente) e verso la metà di giugno il primo step di preparazione che consiste nell' abbozzo della legna secca (eliminazione delle parti marce, realizzazione dei corretti scoli per l'acqua, eliminazione dei rami inutili e revisione dei tagli derivanti dalla raccolta) e relativo direzionamento delle cacciate portandole nella giusta posizione prima che acquisiscano eccessivo diametro. In tale occasione si va anche a risanare e proteggere la legna secca naturale se è presente, quindi per il resto della stagione si lascerà vegetare liberamente favorendo così l'inspessimento dei rami primari.

Esempio dell'iniziale primo step di preparazione:







Eventualmente se la pianta fermerà la crescita durante l'estate, è possibile farla ripartire con una defogliazione parziale (a foglie alternate) assieme alla potatura dei germogli apicali (ultimi 5-8cm).
Per l'iniziale periodo d'attecchimento, le piante vanno mantenute in posizione ombreggiata e riparata dal vento forte (specie nell'iniziale periodo dopo lo sbustamento), mentre poi durante l'estate è sufficente ombreggiare solo nelle ore più calde della giornata (il prunus mahaleb gradisce ed ama il sole). Da settembre in poi si possono porre in pieno sole durante l'intera giornata.
L'annaffiatura è importante che sia costante ma è anche altresì fondamentale lasciar asciugare il substrato bene tra un'irrigazione e l'altra, questo per promuove la massima radicazione in quanto i capillari sono stimolati ad allungare per cercare acqua e sostanze nutritive nel terreno.
Per quanto riguarda la concimazione, niente concime al terreno sino almeno all'estate (questo sempre per promuove la radicazione), da settembre invece è possibile iniziare a somministrare un pò di concime organico. Durante il primo anno di vaso si agisce quasi esclusivamente con prodotti specifici come inoculi di flora simbiotica (bioxim), promotori della radicazione (radimix), estratti umici e biostimolanti-concimi fogliari (kombu, cytoplus ecc).

PIANTE IN COSTRUZIONE:
Le piante in costruzione vanno lasciate libere di "sfogare" bene la prima vegetazione primaverile. Quindi, generalmente verso gli inizi di giugno (quando la pianta smette di allungare e termina la maturazione della nuova crescita), si procede alla prima defogliazione con relativa potatura.

Esempio dell'intervento sopra detto:







La pianta dopo 15 giorni dall'intervento, notare la forte ed immediata ripartenza:



Evito sempre di applicare il filo durante la stagione attiva sui materiali ancora in piena costruzione, se non in alcuni casi che lo richiedono proprio, (visto che comunque la ramificazione primaria e secondaria è già dislocata nei siti corretti) e mi limito ad un'accurata potatura, riservandomi le definizioni nel dettaglio durante la stasi invernale. Questo perchè sui materiali in costruzione comunque si lasciano appositamente dei rami "tira linfa" per lavorare in diametro sulle branche che lo richiedono e di conseguenza l'applicazione del filo diventa complessa oltre che in parte inutile, dovendo toglierlo poco dopo perchè in breve inciderebbe la corteccia.
Così facendo, dopo la prima defoglizaione, la pianta risponde con una nuova vegetazione (in genere ripartendo dopo un 15 giorni dalla sua esecuzione) e quasi sempre si può procedere a una seconda defogliazione e potatura verso la fine di luglio/metà agosto.
Al termine della stagione, a fine autunno quando inizia la senescenza fogliare, si procede alla completa impostazione con filatura di fino.
Le piante vanno tenute sempre in pieno completo sole durante tutto l'arco dell'anno. Durante i mesi più torridi è buona cosa schermare i vasi con l'alluminio, al fine di limitare il surriscaldamento degli apparati radicali (cercare di tenere la chioma calda e il substrato fresco). Il prunus mahaleb ama molto il vento e cambio d'aria, mentre non apprezza l'aria statica della pianura senza ricambi gassosi.
Anche qui l'irrigazione deve essere regolare, facendo asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Nei mesi caldi irrigare sempre la sera con acqua bella fresca, in modo tale da creare un buon sbalzo termico dei vasi e relativi mappali radicali (giova moltissimo per la salute delle piante e loro forza). Irrigando sino a quando non si constata che l'acqua che fuorisce dai fori di drenaggio, risulta fresca e non più calda, segno che il vaso è stato raffreddato.
Le concimazioni devono essere molto sostenute per garantire un sviluppo ottimale delle chiome, senza far mancare nulla alle piante. Pertanto durante tutta la stagione vegetativa si manterrà una buona concimazione organica di base, supportata da prodotti del set coltivazione ed estratti umici. Anche l'uso di concimi come il prodigy plus e similari garantiscono una maggiore spinta, implementati da trattamenti periodici per via fogliare con biostimolanti.

PIANTE MATURE:
Sulle piante mature il vigore è maggiormente equilibrato e contenuto rispetto i materiali in costruzione pertanto in genere si esegue solo una defogliazione annuale dopo la prima vegetazione primaverile. E' possibile anche l'applicazione del filo in tale occasione, grazie al minor accrescimento di diametro della ramificazione, potendo così disporre correttamente i nuovi rami nati nella vegetazione primaverile.

Esempio dell'operazione sopra detta:





La risposta della pianta dopo 15 giorni:






Prestare sempre molta attenzione all'annaffiatura poichè in questo caso, se si va in contro a colpi di secco, si rischia la perdita di alcune branche sottili, in quanto la pianta ha davvero una grande mole di gemme e foglie da dove alimentare; pertanto irrigare sempre con costanza lasciando asciugare il substrato tra un'annaffiatura e l'altra ma senza lasciare la pianta asciutta per l'intera giornata (eventualmente in estate è possibile utilizzare dello sfagno disposto in superfice ai vasi).
Nei mesi caldi irrigare sempre la sera con acqua bella fresca, in modo tale da creare un buon sbalzo termico dei vasi e relativi mappali radicali (giova moltissimo per la salute delle piante e loro forza). Irrigando sino a quando non si constata che l'acqua che fuorisce dai fori di drenaggio, risulta fresca e non più calda, segno che il vaso è stato raffreddato.
Esposizione in pieno sole tutto l'anno. Durante i mesi più torridi è buona cosa schermare i vasi con l'alluminio, al fine di limitare il surriscaldamento degli apparati radicali (cercare di tenere la chioma calda e il substrato fresco).
Il prunus mahaleb ama molto il vento e cambio d'aria, mentre non apprezza l'aria statica della pianura senza ricambi gassosi.
Per quanto riguarda la concimazione, somministrare una concimazione organica di base durante la stagione attiva (biogold) e scandire un programma di massima per l'applicazione dei prodotti del set coltivazione: inoculi di flora simbiotica, estratti umici ecc... in base alle esigenze delle piante inerenti all'annata in corso e su cosa si desidera lavorare per migliorarle. Sulle piante mature è anche buona norma utilizzare prodotti come il 66f, ovvero equilibratori del vigore per limitare le crescite apicali e favorire un equilibrato sviluppo di tutte le gemme.

LEGNA SECCA:
La lavorazione della legna secca già morta può essere eseguita durante tutto l'arco dell'anno, invece quando si hanno da fare grossi interventi invasivi sul legno vivo bisogna operare sempre durante l'attività vegetativa per evitare possibili ritiri linfatici o attacchi di patogeni lungo i tagli creati in prossimità del tessuto cambiale.

NB: tutte le tempistiche sopra dette sono da intendersi come periodi "generali" di esecuzione. Ovviamente queste dipendono dal clima in cui si vivie, dall'andamento stagionale e dalla coltivazione adottata.


Introduco ancora alcuni altri comportamenti dell'essenza, per esserne più "padroni" in fase di attecchimento.
In post raccolta, sempre ovviamente raccogliendo non in stasi vegetativa ma a "pianta attiva", se si constata questo tipo di pianto, di colore chiaro (sarebbe la linfa sana che fuoriesce perchè abituata a tirare per alimentare la ex-chioma) potete star certi che la pianta è attechita ancor prima che inizi a germogliare.

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Quando invece si è difronte alla fuoriuscita, su piante raccolte da poco, di questo pianto color ambrato e non sano significa che è in corso un attacco nel durame interno del maledetto cossus cossus e bisogna intervenire al più presto per fermarlo con fuoco e fresa (ed eventualmente reldan22 iniettato con una siringa all'interno dei fori d'ingresso da cui si vede fuoriuscire la segatura, sigillando quindi poi questi con del mastice in pasta).

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Vecchio 15-06-2012, 21:41   #3
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ALCUNI CENNI SUL COSSUS COSSUS:

http://master-bonsai.com/forum/showt...ghlight=cossus

Trattasi di un lepidottero polifago e xilofago. Comunemente chiamato "rodilegno rosso", è in grado di svilupparsi a spese di centinaia di specie arboree (latifoglie). Gli adulti compaiono già nel mese di maggio, ma il massimo dello farfallamento, che prosegue ininterrotto fino a settembre, si ha in giugno e luglio.

Di colore marron-grigio con striature nerastre e il corpo tozzo e peloso, sono di notevoli dimensioni avendo un’apertura alare di 7-9 cm. Il colore del corpo si confonde con il colore della corteccia.

Le femmine sono poco mobili e frequentano preferibilmente i tronchi dove, dopo 48 ore dall’accoppiamento, possono deporre fino a 800 uova in gruppi di 20-30. Le uova vengono infilate, nella parte basale del tronco o in prossimità del colletto, tra le screpolature della corteccia e questo spiega il motivo per cui sono gli alberi adulti ad essere attaccati piuttosto che i giovani a corteccia ancora liscia.

Le screpolature della corteccia permettono alla femmina di mimetizzarsi e quindi di deporre le uova senza alcuna interferenza.

A volte l’ovideposizione, che dura in pratica tutta l’estate, può avvenire anche alla base delle branche ma in genere non sopra i due metri di altezza.

Il periodo di incubazione è di circa 2 settimane alla fine del quale fuoriescono le giovani larvette che mantenendo un comportamento gregario, incominciano a scavare sotto la corteccia fino ad arrivare al cambio. Qui trascorrono indisturbate l’inverno.

All’inizio della primavera successiva le larve riprendono i loro scavi e, questa volta individualmente, si approfondiscono nel legno fino a raggiungere il midollo ed emettendo, dai fori delle gallerie, un liquido scuro mescolato a rosure stoppose ed escrementi.

In genere le gallerie hanno un andamento acropeto.

E’ in questa fase che l’albero subisce i maggiori danni. L’escavazione delle larve, che nel tempo si ingrossano fino a raggiungere le dimensioni di un dito me***, interrompono il flusso sia ascendente che ascendente dei liquidi penalizzando notevolmente l’attività vegetativa e la durata della vita dell’albero.

Inoltre le gallerie larvali riducono la portanza dei tessuti di sostegno dell’albero (durame interno) creando una situazione di rischio di schianto imprevedibile. Se vengono attaccati i rami, questi possono spezzarsi facilmente per azione del vento o sotto il peso della neve.

Nei climi più freddi l’attività xilofaga della larva prosegue per due stagioni e quindi il ciclo può durare 3-4 anni. Più frequentemente il ciclo si conclude dopo il secondo inverno quando le larve completano il loro sviluppo e iniziano a dirigersi di nuovo verso la superficie.

Le larve a maturità possono raggiungere anche i 10 cm di lunghezza: sono rosa con il capo nero da giovane e diventa più scura con la maturità.

Le larve e le uova riescono a resistere anche a temperature di -20°C. In pratica il freddo invernale che limita e attenua la sopravvivenza di alcune specie patogene, ha trascurabili effetti sulla popolazione del cosside.

Le piante dal canto loro oppongono una blanda difesa alla diffusione interna della larva che talvolta può venire inglobata con la linfa a livello sotto-corticale e quindi uccisa. Si è visto che in alberi in ottime condizioni vegetative, l’abbondante circolazione della linfa ostacola di fatto lo sviluppo delle larve.

Per quanto riguarda la lotta nei confronti di questo, viene eseguita iniettando con una siringa un apposito insetticida (reldan22 ecc) direttamente nei fori di ingresso da cui si nota la fuoriuscita della segatura. Sigillando quindi questi con un pò di mastice, creando una specie di "camera a gas" che non lascia scampo al rodilegno. Anche il consueto uso del liquido jin e fuoco sul legno secco, garantiscono il debellamento del Cossus cossus.
Andrea Meriggioli non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 18-06-2012, 22:34   #4
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FIORITURA E FRUTTIFICAZIONE:
La fioritura del prunus mahaleb è di certo il momento più bello dell'anno per le marasche, la sua profumatissima fioritura a fine inverno ci proietta verso all'imminente primavera, regalandoci delle sensazioni indescrivibili e al contempo si può ammirare tutta la ramificazione ancora priva delle foglie.
Le nuove piante raccolte cominciano a fiorire e fruttificare già dal secondo anno di vaso e l'allegagione dei frutti non richiede eccessive energie alla pianta se in quantità non esagerata (pertanto se lo si desidera si può "concedersi" di lasciarne alcuno per vederlo volgere a maturazione).
Durante l'estate la pianta differenzia le nuove gemme a fiore per l'anno successivo e non è affatto difficile differenziarle da quelle a legno, vista la loro forma più grossa e tondeggiante rispetto a quelle a legno che sono allungate e strette. Inoltre le gemme a fiore si sviluppano non all'apice dei nuovi rami (qui si potranno trovare le gemme a legno) ma a monte sui rami già maturi.
Generalmente anche se si pota corto per proseguire con la costruzione, la pianta fiorisce comunque l'anno successivo, purchè si preservi alcune gemme a fiore arretrate (come detto sopra appunto la maggioranza di queste le si ha alla base dei rami assieme ad alcune a legno).

Inizio della fioritura su pianta di prunus mahaleb:







Alcuni frutti giunti a maturazione, su araki di prunus mahaleb in vaso da due anni:


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Di seguito posto queste foto dettagliate per spiegare bene il lavoro da eseguire a riguardo della parziale defogliazione e potatura che va eseguita (nel caso in cui questi smettano di allungare e crescere, portando quindi a maturazione i nuovi germogli) sui materiali in costruzione, dove si desidera solo lavorare in diametro e spessore dei rami primari, precedentemente direzionati.
Innanzi a tutto è fondamentale ben capire quando la pianta sta ancora allungando e crescendo, aumentando già in spessore a monte e quindi in questo caso non è necessario alcun intervento.

Ecco due esempi di germogli ancora in fase di allungamento, notare i meristemi apicali:

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Questo invece un germoglio che ha smesso di allungare, fermando l'accrescimento. Qui serve intervenire per far ripartire la pianta.

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A sinistra germoglio non più in crescita, a destra germoglio in crescita.

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Ecco il lavoro che è necessario eseguire per far ripartire subito la pianta in pochi giorni. Potatura degli ultimi 5-10cm apicali e defogliazione parziale, eliminando le foglie più grandi a monte. Così facendo la pianta attiverà tutte le gemme ascellari e si otterrà un'immediata ripartenza. Notare anche come sui germogli nuovi dell'anno in corso appena nati, siano presenti ancora solo gemme a legno:

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Per concludere un esempio di araki di marasca in costruzione in giardino durante l'estate:

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predefinito GEMME A FIORE E A FOGLIA

GEMME A FIORE E A FOGLIA:

Il prunus mahaleb, produce le gemme a fiore durante l'estate, differenziando queste ultime sui rami vecchi, mai su quelli giovani dell'anno in corso.
Notare la differenza tra le une e le altre non è difficile, una volta che si conosce il "portamento" della pianta e sue caratteristiche.
Le gemme a fiore le si trovano sempre e solo sui rami di almeno un anno di età o più, quindi sul legno vecchio. Generalmente sono dislocate alla base dei rami prodotti l'anno precedente ed è facilissimo distinguerle da quelle a legno, in quanto sono più "grosse e arrotondate" ornate tutt'attorno da diverse foglioline (in genere 3-5).
Le gemme a legno invece si sviluppano generalmente all'apice di tutti i rami ed è facile riconoscerle per la loro forma allungata e affusolata, portando a differenza di quelle a fiore, solo un'unica foglia e di dimensioni maggiori.

Alcuni rami di prunus mahaleb, in seguito a libera crescita in vaso senza alcuna potatura:

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Dettagli delle gemme a legno apicali sui rami più giovani, nati all'apice del ramo nato l'anno precedente:

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Questi invece alcuni dettagli delle gemme a fiore nate nella parte "più bassa a monte" del ramo prodotto l'anno precedente:


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Di seguito si possono ben vedere e distinguere le gemme a fiore (cerchiate in rosso) e quelle a legno (cerchiate in blu), notare come quelle a legno portano solo un' unica foglia mentre quelle a fiore ne hanno molteplici e di dimensione inferiore.

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Vecchio 29-06-2012, 21:46   #7
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Di seguito, alcune foto delle micorizze e flora simbiotica che si possono vedere svilupparsi nei terreni di coltura, derivanti da alcuni campioni di radici capillari di prunus mahaleb in vaso da diversi e anni e in perfetta salute

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Vecchio 09-08-2012, 14:19   #8
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A questo link è possibile visionare come il prunus mahaleb risponda molto bene alla margotta:

http://master-bonsai.com/forum/showt...236#post108236

In soli tre mesi la margotta è già pronta da staccare e "lavorando" su materiale molto molto vecchio.

Foto al momento dell'esecuzione (fine aprile):



Al momento del distacco (inizio agosto):



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